(1) Commentigiovedì 29 ottobre 2015
Potete leggere e
scaricare qui "La mia vita nelle mani di Dio", autobiografia di
Pinetta Tamai, Volontaria della Carità mancata il 21 ottobre 2015.
E' il racconto della sua vita raccolto dall'amica
Caterina Dolcher alla Domus Lucis di Trieste, dove
Pinetta viveva da 45 anni.
E' stata la stessa Pinetta a chiedere di divulgarlo solo dopo la
sua morte.
Le quasi 90 pagine sono un'emozionante storia di
disabilità, di fede, di povertà, di Veneto contadino
di inizio Novecento.
Pinetta racconta la fede trasmessa dai genitori e coltivata tra
la natia San Stino e la parrocchia di Torre di Mosto, racconta il
Livenza da attraversare in barca, la campagna e i pasti di polenta
fredda e zuchero, racconta la malattia, con le gambe inferme e la
testa che trema, racconta il divertimento con i fratelli ma non
nasconde le difficoltà: quelle piccole, come la scuola che
non le piaceva, e quelle grandi: "Se non avessi avuto la
Fede non avrei potuto sopportare una vita così, no, sarebbe
stato proprio impossibile".
Racconta la sua gioventù e le sue speranze. "Pregavo
perché il Signore mi facesse conoscere cosa voleva da me.
Cosa potevo scegliere io? Senza la salute non potevo pensare
né al matrimonio né alla vita consacrata. Quella
volta solo queste erano le cose cui una ragazza poteva aspirare.
Eppure sentivo che qualcosa dovevo pur fare della mia vita!"
Nel 1944 la risposta: l'ingresso al Piccolo Rifugio di
San Donà , in cui da tempo aveva chiesto di essere
accolta. Qui non riceve solo assistenza, ma diventa parte attiva
della comunità. La fondatrice Lucia Schiavinato, per
esempio, la incaricò subito di preparare alla prima
comunione una bambina disabile. Perfino la sua salute migliora un
poco dopo l'ingresso al Piccolo Rifugio.
Nel 1955 il Rifugio accoglie anche la mamma di Pinetta.
Nel 1970 il trasferimento a Trieste: tra le persone che
incontra, la Volontaria dedica un ricordo speciale a Fabio e Agnese Ruzzier.