(0) Commentimercoledì 27 marzo 2013
C'è molto di più del canto negli
incontri di vocalità.
Lo sa bene una delle ospiti del Gruppo Appartamento del
Piccolo Rifugio di Vittorio Veneto.
Tutto era cominciato perché lei ama cantare.
"Mi piacerebbe fare un corso di canto", il desiderio che ha
espresso. L'equipe educativa dell'appartamento la sta aiutando a
realizzarlo. Da agosto 2012, infatti, segue un percorso di
vocalità. Un incontro a settimana con
Elena Modena
(nella foto), musicista, fondatrice del Centro
Studi Claviere di Vittorio Veneto, docente a contratto
all'Università Ca' Foscari. Si chiama vocalità, ma il
coinvolgimento e i benefici vanno molto oltre la voce.
"E' un percorso che si intreccia con le esperienze corporee e
guarda alla persona nella sua interezza. -
spiega Modena -. Una stimolazione creativa. E cantare è il
modo migliore per... ascoltarsi". Per la donna del Gruppo
Appartamento significa, ad esempio, esprimere liberamente nel canto
le sensazioni e le reazioni che il confronto con forme e
colori, le suscita. "Il colore è una fonte di vibrazione
come lo è il suono, e questi due campi dialogano tra loro",
commenta Modena. Il canto - emettere suoni e vocalizzi prima ancora
che eseguire un dato brano - si abbina al movimento di tutto il
corpo e con esso si coordina. E' un modo, spiega Modena, per
aumentare la consapevolezza di essere corpo dentro uno
spazio.
La giovane donna del Gruppo Appartamento ha anche la
possibilità di provare a pizzicare, tastare o percuotere
liberamente i piccoli e maneggevoli strumenti musicali
medievali e antichi e di cui dispone il Centro Studi
Claviere, creando embrioni di musica.
Inoltre nei suoi a tu per tu con Modena la nostra (di cui
per delicatezza preferiamo non citare il nome) lavora sul
ritmo, prova a cantare piccole e semplici canzoni
tradizionali, anche in lingue che non conosce per sperimentarne la
musicalità. "Ha mostrato da subito grande
curiosità per temi e attività per
lei del tutto nuovi. Attraverso il canto e una progressiva
consapevolezza del corpo riesce a gratificarsi, si apre
molto di più, esplicita con maggior facilità
i suoi sentimenti".
E' stata una prima volta anche per Modena: nella sua lunga
esperienza di corsi di vocalità, non aveva mai avuto di
fronte a sé una persona con disabilità. "Il percorso
è un dialogo in cui devo accettare ed
ascoltare le risposte di chi ho di fronte. In questo senso, lei mi
ha ulteriormente sollecitata. E accorgersi delle scoperte
che fa è particolarmente gratificante".
Anche questa esperienza è un tassello dell'attuazione del
progetto educativo del Piccolo Rifugio in cui
di ciascuno si cercano di valorizzare risorse e desideri, per
ciascuno c'è un progetto e ciascuno alla definizione di
questo progetto partecipa attivamente.