(3) Commentigiovedì 5 aprile 2012
I bambini e i ragazzi di Massaranduba, quartiere tra i
più poveri di Salvador de Bahia, dove operano anche le
nostre Volontarie della Carità, hanno una nuova scuola ed
una nuova casa. Oltre ad un nuovo progetto educativo che vuole
aiutarli a costruirsi un futuro.
La parrocchia di Nossa Senhora da Piedade infatti ha aperto il
centro "Beija-flor", cioè colibrì,
per accogliere bambini e ragazzi dai 2 ai 18 anni.
Le Volontarie della Carità , arrivate a
Massaranduba già con Lucia Schiavinato, sono direttamente
coinvolte nell'opera: Francisca è la responsabile
operativa ed ha scelto il personale che lavorerà nella
struttura, Iracema si occupa della segreteria, Luisa fa parte del
consiglio di gestione.
I PRIMI PASSI DI BEIJA-FLOR E LA VITA
QUOTIDIANA DEI BAMBINI-REPORTAGE FOTOGRAFICO
L'impegno per Beija-flor sostituisce quello in "Frutos
de mães", la cui gestione - di fatto non più in mano
alla conosciuta"tia Mira" - non dava più garanzie di offrire
un adeguato servizio ai bambini della zona.
Anche la parrocchia, con decisione del parroco, il fiorentino don
Luca Niccheri e degli altri consiglieri, ha deciso per gli stessi
motivi di abbandonare Frutos.
In attesa di una sede definitiva,il Colibrì è
ospitato nel centro pastorale di Massaranduba, la ex
maternità la cui realizzazione fu voluta e sostenuta anche
da Lucia Schiavinato.
Potete leggere qui la relazione sugli obbiettivi
del Beija Flor stilata dal parroco don Niccheri.
In sintesi, il centro comprenderà
- asilo per bambini da 2 a 5 anni, che
garantisce formazione di qualità ma pure alimentazione
completa
- doposcuola per i ragazzi, perché le
famiglie spesso non sono in grado di accompagnare e motivare i
ragazzi negli studi. Inoltre una grande sfida è anche
offrire modelli di riferimento diversi da quelli che i ragazzi
trovano in famiglia e per la strada.
- momenti di incontro e formazione umana e professionale
per i giovani, che li aiutino a costruirsi il proprio
futuro.
Alcuni obiettivi pedagogici
Per i bambini e ragazzi di Massaranduba e zone limitrofe
è difficile vivere con orgoglio il proprio quartiere
(considerato un ricettacolo di delinquenti) è difficile
credere nel proprio successo quando la società continuamente
ti ripete in varie forme che non vali niente e non
varrai mai niente.
"Dobbiamo mostrare - scrive don Luca - che tutto questo non
è vero e che anche loro possono aspirare a diventare
protagonisti della propria vita e della vita del proprio
paese".
Pilastri
I pilastri su cui costruire il progetto e la sua
credibilità sono:Qualità del lavoro - Gestione
partecipativa e comunitaria - Totale trasparenza - Coinvolgimento
della comunità - Comunicazione
Costi
Previste spese di circa 45 mila euro per adattare i locali e
comprare le attrezzature.
Stimati 130 mila euro all'anno per stipendi, alimentazione e
materiali di consumo.
La nostra goccia d'acqua
Perché Beija-flor, ossia baciafiore, in italiano
colibrì? Perché in Brasile si racconta che quando ci
fu un incendio nella foresta tutti gli animali scapparono, mentre
il colibrì continuamente andava verso il fiume, prendeva una
goccia d'acqua, la gettava sulle fiamme e tornava verso il
fiume.
Il leone chiese al colibrì: "Pensi di spegnere da solo
tutte queste fiamme?"
Rispose il colibrì: "So di non poterlo fare da solo: sto
solo facendo la mia parte!". Come la faranno le Volontarie e tutti
i dipendenti e volontari di Beija-flor. Lo dice anche il
logo...