(0) Commentimercoledì 21 gennaio 2009
Ogni mercoledì pomeriggio sei donne
picchiano.
Dalle 17.45 alle 18.45, nel salone
polifunzionale del Piccolo Rifugio di Vittorio Veneto, sei delle
donne qui ospiti picchiano. Senza far male pero'!
Sferrano colpi, effettuano prese,
piegano, s'allungano, esercitano i muscoli.
Perché il mercoledì pomeriggio al
Piccolo Rifugio è il giorno dell'aikido.
Per una sperimentazione di aikido con
le persone con disabilità che è senz'altro una novità: manca documentazione ufficiale, ma non risultano esperienze simili, come ci spiega Luca Gri, ventisettenne di Osigo, che ha
ideato l'iniziativa per Vittorio Veneto. E lo ha fatto... dieci anni fa.
“L'idea mi è venuta leggendo un
libro in cui si parlava dell'aikido visto come un'arte terapeutica.
L'autore, Giuseppe Ruglioni, allievo di un allievo diretto del
fondatore dell'aikido, lavorava con le persone con disabilità, e ha
introdotto tra loro il ki-aikido, che però è una disciplina diversa
dalla nostra”, spiega Gri, che di aikido è cintura nera terzo dan,
allievo del maestro Fausto De Compadri, direttore tecnico nazionale
della Filjlkam (la federazione delle arti marziali).
L'aikido è un arte marziale
giapponese, che si pratica a mani nude oppure con spada, bastone o
pugnale. Il suo obbiettivo non è la vittoria né tanto meno
infliggere dolore all'avversario. Bensì, come indica lo stesso nome
giapponese ai-ki-do, portare chi pratica “all'unione ed all'armonia
con l'energia vitale e lo spirito dell'Universo”.
C'è voluto un decennio – tempo di
acquisire la necessaria esperienza- perché Gri realizzasse quel
vecchio sogno: ”far praticare l'arte per cui vivo”, come lui la
definisce, ma alla fine ce l'ha fatta.
La proposta aikido è stata presentata
al team educativo del Piccolo Rifugio, ed accettata. Così da
novembre 2008 una volta alla settimana Gri, assieme al collega
cintura nera terzo dan, il vittoriese Sandro Lucagnano, e con la
collaborazione della vittoriese Maddalena Neglia, tutti e tre atleti
dell'Aikido Vittorio Veneto, sono al Rifugio. A offrire da
volontari il loro tempo e le loro competenze. A proporre alle
ragazze, inventando da zero un metodo, vista la carenza di
precedenti nel settore, la porzione di aikido più adatta a loro. E
selezionando gli esercizi più adatti per le caratteristiche fisiche
e le difficoltà di mobilità di ognuna, seguendo le indicazioni del
fisioterapista del Piccolo Rifugio.
Si va così dai movimenti dolci per il
riscaldamento, allo stretching, alle leve articolari per colpire,
fino agli attacchi veri e propri. Tutto spiegato con pazienza e
dettaglio tecnico: “Fa' un movimento a cerchio”, “Apriti di 90
gradi”, “Esci di lato”, e perfino l'inchino finale e i
necessari rudimenti di giapponese da insegnare alle ragazze.
Gri, Lucagnano e Neglia con gusto si
prestano a subire e parare i colpi sferrati dalle ragazze del Rifugio
- “e colpiscono con forza!”, puntualizza Gri. E anche a cadere,
accompagnando i movimenti d'attacco, battendo ogni volta
rumorosamente la mano sul tatami.
Le ragazze hanno subito accolto con
entusiasmo la proposta dell'aikido. “Sandro!” “Luca!”, continua a
chiamare Cristina, una delle apprendiste aikidoke. “Cambiamo
tecnica!”, suggerisce un'altra ospite. I volti sono tutti
concentrati e divertiti.
E ogni mercoledì pomeriggio, a grande
richiesta, i tatami prestati dal Judo Vittorio Veneto riprendono il
loro posto al centro della sala polifunzionale.